venerdì 16 maggio 2014

La precarietà come valore



<Non hai paura di sentirti sola?>  le chiesero. <Si, ma ho più paura di sentirmi incastrata in una vita che non è la mia> rispose chiudendo la porta.


 Forse quell'incertezza che tutti chiamano precarietà può trasformarsi in un valore... non certo condiviso ma personale. Ebbene si, per me un valore lo è. Perchè quando non hai QUASI nulla da perdere, quando non c'è famiglia, lavoro, prospettive future o progetti importanti quello che conta è cambiare sperando in una vita migliore. Ovunque essa sia. Un biglietto prenotato per un luogo lontano è a volte è una boccata d'aria, un raggio di luce lontano e una speranza. Oggi respiro e dormo sogni sereni perchè so che ci sarà un cambio di direzione a breve distanza, a cui sicuramente ne seguirà un altro e un altro ancora. Non è scappare, ma rincorrere qualcosa di migliore.
Non ho paura dell'incertezza del futuro, ma al contrario ho paura di un posto fisso che rischia di tenermi prigioniera in una vita che non voglio. - Scrivevo nel 2011-

 Il posso fisso è una realtà del passato, tutti lo vogliono perché le mentalità sono rimaste all'epoca del boom economico dei grandi marchi, dove un impiego in una grande azienda significava benessere economico. Oggi non è più così. Le grandi aziende non hanno più le spalle forti da garantire una solidità economica al lavoratore. Oggi un'azienda preferisce assumere un free lance o un lavoratore temporaneo piuttosto che un indeterminato, pagandolo per il lavoro di cui ha bisogno. In questo sistema vince chi si adatta. Vince chi è disposto a muoversi, cambiare, evolversi.  L'hanno capito bene gli USA che stanno uscendo dalla crisi grazie a un sistema lavorativo più fluido e flessibile. All'estero in generale, la libera professione viene considerata più un valore aggiunto, mentre in Italia è l'alternativa all'essenza di lavoro. Ma in Italia, per arrivare ad un sistema del genere la strada è ancora lunga: le lotte di classe, il potere dei sindacati, l'eccessiva pressione fiscale, una mentalità stagnante, e giochi di potere da parte delle aziende che spesso si approfittano delle riforme a scapito dei lavoratori.

Lasciare il tanto ambito contratto a tempo indeterminato, andando contro tutti e contro tutto. Sciogliersi dalle briglia di una vita imposta e decisa da altri. Oggi, guardandomi indietro penso che quella è stata la miglior decisione della mia vita. Perchè se sai dove cercare, se hai il coraggio di muoverti e aprire le porte delle tue prigioni, e se hai la forza di rompere gli schemi il mondo l'ha fuori ti offre delle opportunità impensabili. E ti renderai conto come ogni tassello della vita pian piano si compone da solo. 


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